Settembre 2016
NESSUNO SI SALVA DA SOLO (Apri la versione PDF)
O ci salviamo insieme, o non ci salveremo mai. Anche il rapporto con Dio prima di essere individuale è comunitario.
Il credente (come pure l'uomo) non si fa da solo, ma insieme; sono gli altri che lo stimolano, lo fanno crescere. L'idea di fraternità dovrebbe contrassegnare la vita della Chiesa. Il centro non è il prete, ma il popolo di Dio, la comunità.
Il cristianesimo non è fondato sul dovere, sulle funzioni, ma sulle persone e sulle relazioni. Persone animate dalla passione. Al centro non possono esserci delle attività, fossero pure delle attività sacramentali, catechistiche, “religiose”, ma la passione, le relazioni.
Oggi la cultura e la teologia stanno riscoprendo e valorizzando il "cuore" considerato come quello non che acceca, ma che illumina l'intelligenza. Solo uno che ama vede chiaro, scriveva Saint-Exupéry nel “Piccolo Principe”.
Anche Dio è un abbraccio di relazioni tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Papa Francesco lo afferma nella Lettera Laudato si': «Tutte le creature sono connesse tra loro…tutto è in relazione». Nulla esiste da solo, neppure Dio, nulla esiste a prescindere dalle relazioni.
Proveniamo da secoli di individualismo che ha così esaltato il privato da appannare e affossare il valore della comunità. La comunità è ancora considerata una limitazione per la libertà del singolo. Anche la fede è ancora vissuta per lo più così. Essa valorizza il rapporto con Dio e meno, molto meno, il rapporto con la comunità considerata periferica e irrilevante nei riguardi della fede. Pure i sacramenti erano intesi come l'incontro con Dio e non come l'inserimento e la crescita nella comunità.
Una secolare catechesi preoccupata della "salvezza" dei singoli, ha oscurato il senso della comunità. Il concilio Vaticano II ha scritto: «Piacque a Dio di santificare e di salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità» (LG 9). Prima siamo comunità, Chiesa, e poi ci incontriamo con Dio. Christos Yannaras, teologo ortodosso, dichiara: «Nessun sacramento mira alla santificazione dell'uomo come individuo, ma al suo inserimento in quella comunione di persone che si chiama Chiesa». (cfr. La cella del vino, ed. Servitium).
Nella Lettera La gioia del Vangelo (n. 113) Papa Francesco propone questa prospettiva: «Dio ha scelto di convocare gli uomini come popolo e non come esseri isolati. Nessuno si salva da solo, cioè né come individuo né con le proprie forze».