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Il Giornalino

Tutti i giornalini dell'unità pastorale

Di passaggio da Parma, mi sono fermato nel chiostro di una chiesa di periferia e sono rimasto sorpreso da uno strano spettacolo. Al centro del chiostro, è ben visibile la struttura esterna di un pozzo. Alla sua sinistra, fa bella mostra di sé un verde ulivo, mentre alla sua destra fa da contrasto un albero senza vita. Mi sono fermato a guardare quello spettacolo. Ho pensato: la vita e la morte e, in mezzo, l’acqua sorgente di vita! (dal Diario di un anonimo viandante).

E’ la parabola moderna della vita; quell’anonimo viandante sono io, ciascuno di noi: sempre in ricerca di vita tra mille morti che ci turbano. Ci viene proposta una possibilità di vita: dipende da noi andare oppure non andare alla fonte.

In questo cammino di Quaresima – in particolare nelle ultime tre domeniche – siamo invitati a scoprire come al centro della storia -  dunque delle nostre vite – c’è una sorgente di vita, vita piena, vita più forte della morte. Quaresima come prezioso tempo del ritrovamento della propria verità e autenticità.Vediamo.

Una Comunità che cammina (Apri la versione PDF)

Ogni anno la festa della Unità Pastorale è occasione per ringraziare il Signore per quel nuovo tratto di cammino percorso insieme, fatto di scoperte, cambiamenti, vicen-de gioiose e dolorose che abbiamo affrontato e vissuto sia a livello personale, che di famiglia e come comunità.

Nell’estate, ci metteremo di nuovo in viaggio sui sentieri di montagna, con i campi estivi dei ragazzi e delle famiglie e sperimenteremo come tutta la nostra vita è cammino.

Il cammino personale di ciascuno, anno dopo anno, nelle diverse fasi della vita, nei passaggi felici, faticosi o duri che la comunità è chiamata ad accompagnare e sostenere portando i pesi gli uni degli altri. Per alcuni nostri fratelli e sorelle questo cammino ha oltrepassato, in questi mesi, il limite della morte giungendo alla pienezza della vita in Dio.

Il cammino delle famiglie: famiglie nuove che si formano, che accolgono il dono dei figli, famiglie che vivono momenti di difficoltà o di bisogno.

Nella comunità, il cammino prende la forma dei tanti itinerari, dove bambini e genitori, ragazzi, giovani, adulti, coppie, famiglie, anziani crescono – attraverso l’ascolto, lo studio e il confronto – nella conoscenza di Gesù di Nazareth, vero uomo che ci ha narrato e rivelato il volto di Dio.

INVITATI ALLA SOLENNE VEGLIA PASQUALE (Apri la versione PDF)

La Pasqua è il primo giorno della nuova creazione; proprio per questo la Chiesa comincia con il rito della Luce. In principio Dio disse: Sia la luce… Noi inizieremo la Solenne Veglia proprio con la benedizione del Fuoco da cui accenderemo il Cero Pasquale, segno del Signore risorto e poi le nostre lampade. Guidati da questa Luce, entreremo nella chiesa immersa nel buio: Gesù risorto illumina tutte le tenebre che ancora ci circondano. La luce rende possibile la vita, l'incontro, la comunicazione. Il male si nasconde. Il fatto che Dio abbia creato la luce significa che Dio ha creato il mondo come spazio di conoscenza e di verità, spazio di incontro e di libertà, spazio del bene e dell'amore.

Nuova creazione. A Pasqua, Dio ha detto nuovamente: Sia la luce! Dopo la notte del Monte degli Ulivi, l'eclissi solare della passione e morte di Gesù, la notte del sepolcro, è di nuovo il primo giorno, la creazione ricomincia tutta nuova. “Gesù risorge: la vita è più forte della morte. Il bene è più forte del male. Il buio dei giorni passati è dissipato nel momento in cui Gesù risorge dal sepolcro e diventa, Egli stesso, pura luce di Dio. Egli ci attira tutti dietro di sé nella nuova vita della risurrezione e vince ogni forma di buio. Egli è il nuovo giorno di Dio, che vale per tutti noi. Ma come può avvenire questo? Mediante il sacramento del battesimo (photismos” illuminazione: così era chiamato il battesimo nella prima Chiesa) il Signore ha costruito un ponte verso di noi, attraverso il quale il nuovo giorno viene a noi.

Oltre il buio. “Il buio veramente minaccioso per l'uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio è il buio sull’uomo, e viceversa: la Veglia pasquale è uno squarcio di luce, di senso¸ per le nostre vite. La Veglia Pasquale è come l’ingresso in una nuova Città. Non conosciamo questa Città, non ci siamo mai stati, oppure ci siamo stati di passaggio. La Veglia ci indica il senso, la direzione della strada da percorrere per giungere là dove desideriamo arrivare. La Veglia Pasquale è un'irruzione della luce di Dio nel nostro mondo perché possiamo ogni anno incamminarci verso il senso dei nostri giorni.

Come le api. Nella veglia pasquale, la Chiesa presenta il mistero della luce con un simbolo del tutto particolare e molto umile: con il cero pasquale. Questa è una luce che vive in virtù del sacrificio. La candela illumina consumando se stessa. Dà luce dando se stessa. Così rappresenta in modo meraviglioso il mistero pasquale di Cristo che dona se stesso e così dona la grande luce. Non solo. La luce è fuoco. Il fuoco è forza che plasma il mondo, potere che trasforma. E il fuoco dona calore. Cristo, la luce, è fuoco, è fiamma che brucia il male trasformando così il mondo e noi stessi. E questo fuoco è “al tempo stesso calore, non una luce fredda, ma una luce in cui ci vengono incontro il calore e la bontà di Dio. Quanto ci manca Cristo!!!!

Natale del Signore 2018 (Apri la versione PDF)

IL SALUTO DI DON ERCOLE

Carissimi,

da pochi mesi sono parroco in s. Evasio e da poche settimane risiedo in parrocchia. Ho cominciato a conoscere alcuni di Voi, per il momento solo tra quelli che partecipano alla vita parrocchiale, spero nei prossimi mesi di allargare questa conoscenza durante la tradizionale visita alle famiglie.

 Per la prima volta celebreremo insieme tra pochi giorni il grande mistero dell’incarnazione. E’, questa solennità, un’occasione che la liturgia ci offre ogni anno per riflettere sulla nostra vita, per valutare se ci sentiamo soli in questa esistenza, in balia del vuoto e del nulla o se accogliamo e ci lasciamo guidare e sorreggere da questo ”Emmanuele”, questo” Dio con noi”.

Di fronte al grande annuncio di un Dio che si avvicina tanto a noi da farsi lui stesso uomo, formulo il mio più sentito augurio, rivolto a me stesso, alla comunità cristiana, ed a tutte le persone: Facciamo nostri i sentimenti che il vangelo riferisce di Maria (simbolo della Chiesa ma anche di ciascuno di noi); lasciamoci stupire, meravigliare ed incuriosire da questo annuncio. Solo così può nascere il desiderio di conoscere sempre di più quanto ci viene proclamato. Questo cammino di approfondimento non ha mai fine e ci permette di non vivere con superficialità il tempo prezioso della nostra esistenza. La comunità cristiana, pur con tutti i suoi limiti, può aiutare in questo cammino. Chiediamo al Signore che ci aiuti a sentirci sempre più parte attiva di questa comunità e, insieme, non stanchiamoci mai di cercare i segni della presenza di questo Dio nella nostra vita.

Auguri di una buona festa della “incarnazione “a tutti.

d. Ercole

UN NUOVO PROCESSO A GESU’? (Apri la versione PDF)

Cosa sappiamo del processo a Gesù? Le autorità giudaiche furono le uniche responsabili della morte di Gesù? Oppure è stato il governatore romano Ponzio Pilato a volere la sua morte secondo l’ordine vigente? Gesù è stato condannato perché ritenuto corruttore religioso o come ribelle politico? Oppure ha avuto un duplice processo e una duplice condanna: politica e religiosa? E Giuda è l’unico colpevole del tradimento?

Lungo i secoli molti tentativi sono stati fatti per giungere ad una risposta certa, dal momento che i Vangeli non chiariscono tutti i problemi.

Non va poi assolutamente dimenticato che questo processo – in modo più o meno esplicito – continua ancora oggi.

Gesù di Nazareth, chiamato Cristo, che risonanza ha nelle nostre vite? Che posto ha la sua Parola? Spesso lo confondiamo con la Chiesa, le istituzioni; anziché rivolgere le giuste critiche alle istituzioni (la Chiesa - dimenticando che la Chiesa siamo tutti noi battezzati - le parrocchie, i preti…le ingerenze politiche…) e riportare Lui al centro del “campo da gioco”, noi molto più semplicemente eliminiamo Lui.

Insomma, cosa pensano oggi gli uomini e le donne del nostro tempo di Gesù di Nazareth? In particolare, cosa dicono i giovani di Gesù di Nazareth detto Cristo? In termini più o meno espliciti, spesso risuona questa risposta: Persona non-pertinente! Il Cristo dei nostri giorni è persona afona, cioè muta, non dice più niente. Cristo non parla più? La Parola registrata nella Bibbia non parla più? Perché? Colpa di chi? Non parla o non siamo più capaci di ascoltare?

Queste domande, più volte risuonate negli incontri con i nostri giovani, ci hanno portato ad una conclusione forse un po’ azzardata: Perché non proviamo noi a fare, oggi, un processo a Gesù? Siamo partiti per questa avventura. Una fatica collettiva, ma condivisa dai nostri giovani e dai nostri ragazzi, dai nostri animatori, dagli amici dell’ANSPI… Ciascuno la sua parte: scenografie, testi, video, brani evangelici… L’oggi dei Vangeli e l’oggi di Parma si incontrano per un racconto vivo, palpitante… presuntuoso?... all’unico scopo di vedere come dei giovani cercano di riportare Gesù al centro del campo da gioco. Questo cercheremo di narrare a tutti coloro che verranno sabato 26 maggio, alle ore 21, al Buon Pastore. Ci permettiamo di invitarvi, anche per dire ai nostri ragazzi che non pensiamo a loro solo quando la cronaca li mette in prima pagina per episodi di bullismo, di droga, di alcool…A volte, poi, chi frequenta ambienti parrocchiali è visto quasi con commiserazione… Se saremo in tanti, invece, faremo comprendere a loro che li guardiamo con ammirazione, che si può essere giovane, moderno, sti,ato e considerato anche se non “omologato”!!!

Come apparirà chiaramente alla fine, l’ispirazione è venuta da un fatto vero a cui ha assistito chi ha collaborato alla stesura dei testi.