Una premessa per inquadrare – almeno una chiave di lettura – di quanto Luca ci sta proponendo in queste domeniche.
Luca colloca questi testi in un movimento che è un movimento verso la Pasqua alla luce di quel compimento che è la croce e a partire, come mosso, da quegli scacchi che ha vissuto. Queste parabole-episodi sono il risultato di una riflessione che Gesù/Luca ha fatto grazie anche a quelle contraddizioni a quel messaggio che lui – Gesù – ha vissuto. Sono infatti parabole che maturano nell’esperienza di contraddizione che fa annunciando la salvezza fin dalla contraddizione di Nazareth e sono parabole che anticipano il compimento sulla croce.
Per Luca, infatti, la croce non è un incidente di percorso. Noi a volte vediamo la croce come un qualcosa che alla fine diventa un po’ ineluttabile: Gesù si è compromesso e ad un certo punto gli capita di finire male. Questa è una lettura riduttiva dell’evento della croce. La croce, invece, è la conseguenza del modo di porsi di Dio tra gli uomini. In realtà la croce c’è dai primi gesti che Gesù fa. Las croce è la logica di Dio, è il modo di ragionare di Dio. Paolo – e in questo è il maestro di Luca – capisce molto bene e dice che la Parola è un logos, [o logos tou staurou], cioè la parola della croce (1 Cor). E’ interessantissima questa espressione che noi comprendiamo difficilmente. Cosa vuol dire la “parola della croce”? Se c’è un momento in cui Gesù tace è proprio la croce. Ma Paolo percepisce che la croce è una Parola, un Messaggio; un logos nel senso etimologico della parola: un modo di ragionare. Se Dio, cioè, finisce sulla croce, è perchè ragiona in quel modo. E’ quindi lungo tutta l’esistenza di Gesù che noi vediamo sempre questo modo di ragionare che poi alla fine si epifanizza, si manifesta come una epifania. Ma lì non abbiamo altro che l’esemplificazione ultima di tutto un itinerario.
Pertanto queste parabole sono degli esempi, delle esemplificazioni, delle anticipazioni che lì si realizzerà nella carne di Cristo. Quindi parabole o racconti che vogliono narrare questa logica, il suo modo più vero di rapportarsi con gli uomini.
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 67)
Rit: Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.