Nota Qui troverai soltanto la rilettura del Vangelo. Nel fascicolo preparato per la Quaresima, troverai pure un’ampia rilettura del Capitolo 20 di Esodo. Lo puoi trovare nel nostro Sito: www.buonpastoreparma.it
Dal libro dell’Èsodo 20, 1-17 (Apri la versione PDF) (Ascolta il commento audio)
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e
farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del
Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua
figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il
forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha
fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel
paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».
Salmo di risposta Salmo 18
Rit: Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1, 22-25
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Dal Vangelo secondo Giovanni 2, 13-25
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti,
vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui,
Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Ascolto la Parola
Trovò nel tempio. Per Giovanni questo è il primo atto pubblico di Gesù: Gesù entra nel tempio. Il profeta Malachia aveva detto: Il Signore, nel giorno della sua venuta, subito entrerà nel tempio. (Mal 3,1). Questo significa che l’attesa annunciata da Malachia si compie. (Zc 14, 21).
E’ vicina la Pasqua dei Giudei. Il luogo riservato ai “gentili” aveva lasciato posto al commercio: chi veniva da lontano, qui trovava la possibilità di effettuare il cambio di moneta e di comperare gli animali da offrire al tempio. Quindi era una cosa sacrosanta! Però, in questo modo, non c’è più posto per i “gentili”. Gesù dice che ormai gli animali non servono più e ridà quel luogo ai pagani! Questo è lo scandalo!!! Gesù chiede di portare via le vittime, quelle non servono più. Debbono scomparire i venditori perché ormai al tempio non c’è più niente da comperare! E’ vero, è vicina la Pasqua: la gente deve venire a comperare le vittime e se vengono portate via come sarà possibile celebrare il sacrificio pasquale? Ma quelle ormai non servono più, basta lui per fare la vera Pasqua!!!
Suoi discepoli si ricordarono I discepoli non capiscono subito; bisogna aspettare la Pasqua. Noi siamo in grado, più delle comunità passate, di cogliere il senso della Buona Notizia di Gesù di Nazareth?
Allora i giudei. Scoppia la polemica. I Giudei sono ripetitivi: Non puoi farci questo! Noi dobbiamo fare la Pasqua! Se porti via gli animali dobbiamo ritornarcene alle nostre case senza aver fattola Pasqua! Chi sei?
E Gesù: Sopprimete (non distruggete!) questo Santo dei Santi e io in tre giorni lo farò rialzare. Come dire: voi mi sopprimerete ma poi, nella risurrezione, il Padre farà di me il Santo dei Santi per la sua presenza in mezzo all’umanità.
Parlava del tempio del suo corpo. Egli identifica il Santo dei Santi fatto rialzare con il suo corpo. La parola corpo non appare mai all’interno di tutto il vangelo di Giovanni. Appare solo qui e quando Gesù è sulla croce (Gv 19, 31.38.40), quando stanno dissolvendo il suo corpo. La prima Pasqua rimanda all’ultima; tutto avrà il suo compimento, tutto si chiarirà negli eventi della Pasqua.
Gesù non metteva fede nella loro fede. Siccome è una fede che nasce solo dai segni e non arriva a credere alla Scrittura e alla Parola di Gesù non mette fede nella loro fede. Le persone che ascoltano pensano di aderire a Gesù. In realtà vedono solo una conferma di quanto pensano; di conseguenza Gesù non aderisce alla loro fede vuota, basata sul vedere e non null’ascolto.
Cosa rivela questo brano?
Qual è la via che porta ad aderire?
Prima di tutto occorre l’evento della Pasqua perché a Pasqua Gesù dona lo Spirito. Donò lo Spirito, dirà Giovanni: l’ultimo respiro di Cristo in croce è il primo respiro della Chiesa. E’ da quel donò lo Spirito” che la Chiesa comincia a respirare. Giovanni, mentre riferisce lo scontro con i Giudei, commenta: Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono …e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Bisogna ricordare le parole di Gesù. La funzione dello Spirito è far ricordare ciò che ha detto Gesù: Verrà un altro consolatore il quale vi ricorderà le parole che vi ho detto. E’ indispensabile prendere in mano il Libro, leggere e ascoltare: in questo modo lo Spirito mi ricorda.
Quindi bisogna credere alla Scrittura: è l’Antico Testamento che mi aiuta ad incontrare Gesù.
Infine si tratta di credere alla Parola di Gesù; anzi, si tratta di fidarsi di Lui Parola del Padre: una parola pronunciata attraverso tutta la sua vita.
Allora è facile concludere che questo gesto, di fatto, Gesù lo ha compiuto sulla croce quando è morto in compagnia di due “gentili”: lì è stato celebrato il vero e definitivo sacrificio pasquale, non con pecore o agnelli, ma nel dono totale della sua vita; lì anche ai “gentili” è stato riservato lo spazio che spetta loro. Lì il tempio del suo corpo è stato soppresso ma anche rialzato.
La nostra vera risurrezione (che per dono di Dio un giorno sarà definitiva) sta nell’amare come lui ha amato: perché forte come la morte è l’amore (Ct 8, 6). Gesù non ha fatto alcuna violenza: ha solo amato fino al dono totale di sé! Basta con colombe, buoi e pecore! Ormai sono io l’unica “vittima”. Tutto il resto sono cose passate, erano prefigurazione. Il sacrificio pasquale è quello che avviene nella mia morte. Il primo annuncio eucaristico è qui: Io sono la vittima, l’agnello pasquale. E’ qui che Gesù vuol dire: il mio corpo è la vittima; meglio: questo è il dono del Padre all’umanità; io sono questo dono. Basta parlare del “sacrificio”; parliamo solo di dono! L’Eucarestia insieme alla mia Comunità (in cui ci sono ancora i “gentili” e io forse sono tra questi…) è un precetto o il dono settimanale di Dio da cui dipendono tutti gli altri? Celebro “tutta” l’Eucarestia, oppure mi limito a valutarla a partire dalla predica “originale”, dai canti…?
L’ALLEANZA AL SINAI
Terza domenica di Quaresima. Quando noi parliamo di Alleanza, il nostro pensiero va immediatamente a quanto è avvenuto al monte Sinai dove Mosè riceve le così dette Tavole di Alleanza, quelle che noi impropriamente chiamiamo i 10 Comandamenti. La prima lettura, dal libro dell’Esodo, Capitolo 20, 1-17, inizia così: Io sono il Signore, tuo Dio, ti ho fatto uscire dalla terra di Egitto, dalla casa di schiavi… Il tuo Dio ti ha liberato: vuoi restare libero? Io ti faccio una proposta, non ti do degli ordini, non ti do dei comandamenti, i miei sono dei suggerimenti.
La Tradizione biblica parla di 10 parole (racconto di oggi), poi di 613 precetti. Precetto significa: prendere prima, consiglio, suggerimento dato da persona autorevole in modo che tu possa raggiungere il vero scopo delle tue azioni. Oltre le 10 parole, 613 precetti. 364 negativi (uno ogni giorno dell’anno); 240 positivi (quanti gli ossi del corpo). Si tratta di dire “si” a Dio con tutto quello che siamo. Il concetto è questo: una strada da percorrere con due siepi, una a destra e una a sinistra. Ci aiutano a vivere: non essenziali ma ci aiutano a stare nell’essenziale. Questo è il messaggio che la Bibbia ci consegna. Per usare un linguaggio nostro, potremmo dire così: gli insegnamenti della Bibbia sono come il guardrail posti sulla nostra strada; sono come le strisce bianche che delimitano la strada indispensabili nella nebbia; non ordini ma sistemi di sicurezza. In Es 24, 1ss: Mosè lesse alle orecchie del popolo tutte queste parole e dissero: tutto ciò che Dio ha detto faremo e ascolteremo. Dio si presenta Dio geloso, quasi arrabbiato con l’uomo che non capisce: punirà per 4 generazioni, ma perdonerà per mille! Come dire: la misericordia sarà sempre l’ultima parola.
Un Nota molto interessante. Le tavole erano scrittura di Dio scolpita sulle tavole. In ebraico non ci sono le vocali, ma solo le consonanti; le vocali sono aggiunte dopo. Ora, cambiando semplicemente alcune vocali, non si legge più semplicemente “scrittura era scrittura di Dio scolpita sulle tavole” ma si legge: la scrittura era scrittura di Dio LIBERTA’ sulle tavole. La Bibbia dunque non ha dei comandamenti, infatti la lingua ebraica non conosce l’imperativo negativo: mai dimenticarlo! Vediamo cosa significa per noi.
- L’alleanza biblica è basata sulla memoria di un amore, di un Dio che si è dimostrato affidabile con le sue azioni, i suoi interventi: Io Jhwh tuo Signore feci uscire te da terra di Egitto, da casa di schiavi… Se togliamo questa premessa, come purtroppo è stata tolta nei nostri catechismi, Quelle parole sono diventate dei comandamenti.
- Dio fa alleanza con chi ha iniziato un’esperienza di popolo. Nel deserto questa massa eterogenea diventa pian piano popolo e si dà le leggi: camminando insieme, nel deserto, ci si forma come popolo. L’Alleanza è sempre celebrata con e da una Assemblea riunita. Non esiste la “mia” Alleanza. [Noi qui siamo una Assemblea, non degli individui che per loro conto vengono ad ascoltare la propria messa!!!].
- Una drammatica constatazione: solitamente quando nella Bibbia si narra una alleanza immediatamente il popolo la rompe! Le prime tavole non sono mai giunte a noi, Mosè le ha spezzate. Noi abbiamo delle tavole simili, ma non le stesse, scelte e scritte questa volta da Mosè e non più da Dio. Nelle situazioni più disastrose, perché escludere un dopo? C’è un’altra parola… C’è sempre una penultima volta?! E la penultima volta serve a pensare che l’ultima volta non è ancora l’ultima e si può fare strada la speranza. Grandiosa rivelazione annunciata ai piedi del Sinai: Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente?Abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricordati di quello che hai promesso ai padri …. Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo (Es 32).
DeBARJM
Esodo 20,1 inizia: E parlò Eleoim tutte le parole queste. Gen 1: In principio Dio parlò… Sia il verbo sia il sostantivo (spesso al plurale) è attestato abbondantemente nella Bibbia ebraica, eppure gli studiosi non sono concordi sul significato della sua radice. Significa “ronzare”, “parlare in giudizio”, “sollecitare”, “invitare ad un pasto”? “parola”, “cosa, faccenda”, “ordine”, “precetto”, “consiglio”? Il suo significato viene specificato dal verbo che lo accompagna; cambia anche secondo i vari autori. Quando il termine è unito al nome Jhwh spesso assume il significa di “parola evento”; si sottolinea la capacità della parola divina di diventare evento. La storia d’Israele sembra essere la storia dell’efficacia della parola di Jhwh. Tenendo presente tutto questo, si potrebbe dire che Dio, pronunciando “tutte queste parole” crea l’alleanza, crea la storia con il suo popolo. Dio non sta, dunque, semplicemente dando dei “comandamenti”, sta creando il suo popolo, sta creando una nuova storia con lui. Più che comandi sono promesse, profezie; quasi un impegno da parte di Dio!