VENERDI’ SANTO (Apri la versione PDF)
[Seguiamo ancora, come abbiamo fatto in tutta la settimana, il racconto di Matteo]
La famiglia si riunisce intorno alla tavola
sulla quale può essere posto un crocifisso e un grembiule
Papà: In questo giorno, Gesù ha sofferto il tradimento, la condanna, la croce, fino alla morte e alla sepoltura. Oggi possiamo vedere fino a che punto il Signore si è fatto servo, continuando ad amare fino alla fine, fino alla pienezza. Per questo, insieme all’apostolo Paolo, anche noi possiamo esclamare: “di null’altro noi ci glorieremo se non della croce del Signore nostro Gesù Cristo”. La croce è il segno nel quale siamo stati battezzati, il segno con cui iniziamo e terminiamo ogni preghiera, ogni giornata, il segno dell’amore con cui il Signore ci ha donato la vita e dell’amore in cui anche noi vogliamo vivere.
Mamma: Siamo riuniti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per accogliere questo grande annuncio: Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Tutti: Signore Dio, nostro Padre,
tu hai dato tuo Figlio per la salvezza di tutti gli uomini.
Noi sappiamo che tu ci ami senza misura
e in questa preghiera vogliamo seguire Cristo che va liberamente verso la morte:
sostienici come hai sostenuto lui nella sua passione
affinché anche la nostra vita,
che nel battesimo fu immersa nella sua morte e risurrezione,
possa riflettere la luce dell’Amore senza fine
benedetto ora e nei secoli dei secoli. Amen.
Papà: L’evangelista Matteo è testimone della passione di Gesù nei capitoli 26 e 27 del suo Vangelo. Ascoltiamo alcuni passaggi del suo racconto.
(Mt 26,57-68; 26,69-75; 27,1-2.11-26; 27,31.33-50; 27,51-56; 27,57-61).
Mamma: Quelli che avevano preso Gesù, lo condussero da Caifa, sommo sacerdote, presso il quale erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote; ed entrò, mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe finita. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire; e non ne trovavano, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente, se ne fecero avanti due che dissero: «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro di te?» Ma Gesù taceva.
E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli rispose: «Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia; che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte». Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Profetizza per noi, Cristo! Chi ti ha percosso?»
Figli: RIPETIAMO: La pietra rigettata dai costruttori è diventata pietra angolare.
- Gerusalemme, Gerusalemme, tu uccidi i profeti
e lapidi coloro che sono inviati a te. - Quante volte ho voluto radunare i tuoi figli
come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali. - Quante volte, Gesù, anche noi non ti vogliamo accogliere
ma tu, re di pace, vieni ancora a cercarci.
Papà: Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell’atrio, un’altra lo vide e disse a coloro che erano là: «Anche costui era con Gesù Nazareno». Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell’uomo». Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!» In quell’istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva dette: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.
Figli: R.: Dice Gesù: «Viene l’ora in cui mi lascerete solo,
ma io non sono solo perché il Padre è con me».
- In verità, Pietro, ti dico che questa stessa notte,
prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte R. - E Pietro aveva detto a Gesù:
«Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». R. - Quante volte, Gesù, anche noi ci vergogniamo di te
ma tu, amico vero, non ti vergogni mai di noi. R.
Mamma: Venuta la mattina, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E, legatolo, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato, il governatore. Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù gli disse: «Tu lo dici». E, accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» Ma egli non gli rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto. Ogni festa di Pasqua il governatore era solito liberare un carcerato, quello che la folla voleva. Avevano allora un noto carcerato, di nome Barabba. Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: «Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto Cristo?» Perché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: «Quale dei due volete che vi liberi?» E quelli dissero: «Barabba». E Pilato a loro: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo?» Tutti risposero: «Sia crocifisso». Ma egli riprese: «Che male ha fatto?» Ma quelli sempre più gridavano: «Sia crocifisso». Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora egli liberò loro Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Figli: R.: Come un agnello condotto al macello
umiliato, non ha aperto la bocca.
- Ha spogliato se stesso fino alla morte
è stato annoverato tra i malfattori. - Egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori. R. - Quante volte, Gesù, anche noi siamo giudici ingiusti
ma tu, mite e innocente, non giudichi nessuno. R.
Papà: I soldati, dopo aver schernito Gesù, lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo. Giunti a un luogo detto Golgota, che vuol dire «luogo del teschio», gli diedero da bere del vino mescolato con fiele; ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne. Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte; e, postisi a sedere, gli facevano la guardia. Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei. Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l’altro a sinistra. E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: “Sono Figlio di Dio”». E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.
Figli: R.: O voi tutti che passate per la via,
guardate e vedete se c'è un dolore simile al mio dolore.
- Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
- Padre, perdona loro, non sanno quel che fanno. R.
- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. R.
- Quante volte pensiamo che Dio è lontano e che non gli importa di noi
ma tu, Gesù, vero uomo, hai continuato a chiamarlo Padre. R.
Mamma: Dall’ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all’ora nona. E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere. Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.
Figli: R.: Cristo Gesù abbassò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
- Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome. R. - Ogni lingua dunque proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. R. - Sì, la morte ci fa paura, ma tu, Gesù, l’hai attraversata come noi e per noi
perché sappiamo che tu sei sempre con noi R.
Papà: Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le
rocce si schiantarono, le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio». C’erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
Figli: R.: Per le sue piaghe noi siamo guariti
- Cristo è morto per i nostri peccati
secondo le Scritture. R. - È andato a portare l’annuncio
agli spiriti che attendevano negli inferi. R. - Quante volte restiamo imprigionati nella rassegnazione e nella pigrizia
ma tu, Gesù, sei il Signore della vita. R.
Mamma: Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù.
Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.
Figli: R.: Dice Gesù: «Nessuno mi toglie la vita
ma io la depongo da me stesso».
- Non abbandonerai la mia vita negli inferi
non lascerai vedere al tuo santo la corruzione R. - Mi farai conoscere il sentiero della vita
pienezza di gioia davanti al tuo volto, dolcezza senza fine alla tua destra. R. - Quante volte crediamo che la morte sia l’ultima parola
ma tu, Gesù, sei la resurrezione e la vita. R.
(Dopo un breve momento di silenzio)
Papà: Dio nostro Padre,
ascoltando il racconto dell’evangelista Matteo,
abbiamo contemplato Gesù tuo Figlio che ha dato la vita per noi.
È lui la nostra speranza e la nostra salvezza:
dall’alto della croce ha steso le braccia su tutto l’universo
per ricondurre tutto e tutti a te, o Padre.
In quest’ora, noi vogliamo affidare al tuo amore immenso e misericordioso
la tua Chiesa universale,
coloro che la presiedono e coloro che si preparano a ricevere il battesimo,
l’umanità intera,
ogni uomo e donna che vive accogliendo o non accogliendo il dono della fede,
tutti coloro che nel mondo hanno responsabilità di governo, di guida e di cura,
e soprattutto le persone che sono nella sofferenza e nella tribolazione,
e i nostri fratelli e le nostre sorelle che hanno già varcato il limite della morte:
il tuo Spirito, effuso da Gesù sulla croce,
porti a compimento in ogni creatura il tuo disegno di salvezza
e tutti conduca alla pienezza della vita e della comunione con te,
che sei il Padre di tutti, benedetto ora e nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Papà: Ci benedica il Signore, Dio fedele,
lui che è Padre, e Figlio e Spirito santo.
Tutti: Amen!