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Lettura della Parola

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Se avesse voluto scegliere un motto personale, avrebbe potuto optare per una netta affermazione del suo amato Paolo, l’Apostolo: «Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso» (1 Corinzi 2, 2). Tutti noi biblisti italiani  dovremmo senza esitazione riconoscere che nessuno tra noi ha annunciato, commentato, proclamato la Parola di Dio come monsignor Bruno Maggioni, la cui ampia e intensa esistenza terrena si è conclusa a 88 anni giovedì scorso nella città di cui era presbitero, Como. La sua bibliografia è imponente, perché la sua ricerca esegetica e teologica ha percorso tutti i principali itinerari delle Sacre Scritture.

Certo, l’orizzonte fondamentale è stato quello neotestamentario, perlustrato in tutte le sue traiettorie storico-letterarie e tematiche principali ma anche nei suoi angoli più segreti. A dominare erano due campi ai quali aveva dedicato una vera e propria biblioteca di saggi e di riflessioni: i Vangeli e l’epistolario paolino. Come egli stesso scriveva, l’originalità del cristianesimo è da cercare in una sorta di ribaltamento radicale: «Non è l’uomo che muore per Dio, ma Dio per l’uomo. Per l’immaginazione religiosa degli uomini, è normale pensare che l’uomo sia pronto a dare la vita per Dio, ma il Vangelo racconta che un Figlio di Dio ha dato la vita per l’uomo. Il movimento è capovolto». E il volume in cui annotava questa visione radicale cristiana, scritto a quattro mani con un teologo suo concittadino, Ezio Prato, s’intitolava appunto Il Dio capovolto.

Dopo aver celebrato la domenica dedicata a Gesù Buon Pastore, vogliamo condividere con tutta la Comunità il video realizzato per la Pastorale giovanile dai giovani che l'anno scorso hanno partecipato al Gruppo biblico di approfondimento sui Salmi.

Pensieri e riflessioni sul salmo n.23 a noi molto caro, il salmo del Buon Pastore.

Un salmo che i giovani hanno trovato molto "parlante" in relazione al momento straordinario che stiamo attraversando.

VENERDI’ SANTO (Apri la versione PDF)

[Seguiamo ancora, come abbiamo fatto in tutta la settimana, il racconto di Matteo]

La famiglia si riunisce intorno alla tavola
sulla quale può essere posto un crocifisso e un grembiule

Papà: In questo giorno, Gesù ha sofferto il tradimento, la condanna, la croce, fino alla morte e alla sepoltura. Oggi possiamo vedere fino a che punto il Signore si è fatto servo, continuando ad amare fino alla fine, fino alla pienezza. Per questo, insieme all’apostolo Paolo, anche noi possiamo esclamare: “di null’altro noi ci glorieremo se non della croce del Signore nostro Gesù Cristo”. La croce è il segno nel quale siamo stati battezzati, il segno con cui iniziamo e terminiamo ogni preghiera, ogni giornata, il segno dell’amore con cui il Signore ci ha donato la vita e dell’amore in cui anche noi vogliamo vivere.

Mamma: Siamo riuniti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per accogliere questo grande annuncio: Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Tutti: Signore Dio, nostro Padre,
tu hai dato tuo Figlio per la salvezza di tutti gli uomini.
Noi sappiamo che tu ci ami senza misura
e in questa preghiera vogliamo seguire Cristo che va liberamente verso la morte:
sostienici come hai sostenuto lui nella sua passione
affinché anche la nostra vita,
che nel battesimo fu immersa nella sua morte e risurrezione,
possa riflettere la luce dell’Amore senza fine
benedetto ora e nei secoli dei secoli. Amen.

Papà: L’evangelista Matteo è testimone della passione di Gesù nei capitoli 26 e 27 del suo Vangelo. Ascoltiamo alcuni passaggi del suo racconto.

(Mt 26,57-68; 26,69-75; 27,1-2.11-26; 27,31.33-50; 27,51-56; 27,57-61).

Mamma: Quelli che avevano preso Gesù, lo condussero da Caifa, sommo sacerdote, presso il quale erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote; ed entrò, mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe finita. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire; e non ne trovavano, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente, se ne fecero avanti due che dissero: «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro di te?» Ma Gesù taceva.

E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli rispose: «Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia; che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte». Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Profetizza per noi, Cristo! Chi ti ha percosso?»

Figli: RIPETIAMO: La pietra rigettata dai costruttori è diventata pietra angolare.                                    

  • Gerusalemme, Gerusalemme, tu uccidi i profeti
    e lapidi coloro che sono inviati a te.
  • Quante volte ho voluto radunare i tuoi figli
    come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali.
  • Quante volte, Gesù, anche noi non ti vogliamo accogliere
    ma tu, re di pace, vieni ancora a cercarci.

Papà: Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell’atrio, un’altra lo vide e disse a coloro che erano là: «Anche costui era con Gesù Nazareno». Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell’uomo». Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!» In quell’istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva dette: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.

Figli: R.: Dice Gesù: «Viene l’ora in cui mi lascerete solo,
ma io non sono solo perché il Padre è con me
».

  • In verità, Pietro, ti dico che questa stessa notte,
    prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte R.
  • E Pietro aveva detto a Gesù:
    «Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». R.
  • Quante volte, Gesù, anche noi ci vergogniamo di te
    ma tu, amico vero, non ti vergogni mai di noi. R.

Mamma: Venuta la mattina, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E, legatolo, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato, il governatore. Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù gli disse: «Tu lo dici». E, accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» Ma egli non gli rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto. Ogni festa di Pasqua il governatore era solito liberare un carcerato, quello che la folla voleva. Avevano allora un noto carcerato, di nome Barabba. Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: «Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto Cristo?» Perché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: «Quale dei due volete che vi liberi?» E quelli dissero: «Barabba». E Pilato a loro: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo?» Tutti risposero: «Sia crocifisso». Ma egli riprese: «Che male ha fatto?» Ma quelli sempre più gridavano: «Sia crocifisso». Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora egli liberò loro Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Figli: R.: Come un agnello condotto al macello
umiliato, non ha aperto la bocca.

  • Ha spogliato se stesso fino alla morte
    è stato annoverato tra i malfattori.
  • Egli portava il peccato di molti
    e intercedeva per i peccatori. R.
  • Quante volte, Gesù, anche noi siamo giudici ingiusti
    ma tu, mite e innocente, non giudichi nessuno. R.

Papà: I soldati, dopo aver schernito Gesù, lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo. Giunti a un luogo detto Golgota, che vuol dire «luogo del teschio», gli diedero da bere del vino mescolato con fiele; ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne. Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte; e, postisi a sedere, gli facevano la guardia. Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei. Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l’altro a sinistra. E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: “Sono Figlio di Dio”». E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.

Figli: R.: O voi tutti che passate per la via,
guardate e vedete se c'è un dolore simile al mio dolore.

  • Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
  • Padre, perdona loro, non sanno quel che fanno. R.
  • Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. R.
  • Quante volte pensiamo che Dio è lontano e che non gli importa di noi
    ma tu, Gesù, vero uomo, hai continuato a chiamarlo Padre. R.

Mamma: Dall’ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all’ora nona. E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere. Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.

Figli: R.: Cristo Gesù abbassò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

  • Per questo Dio l'ha esaltato
    e gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome. R.
  • Ogni lingua dunque proclami
    che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. R.
  • Sì, la morte ci fa paura, ma tu, Gesù, l’hai attraversata come noi e per noi
    perché sappiamo che tu sei sempre con noi R.

Papà: Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le
rocce si schiantarono, le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio». C’erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

Figli: R.: Per le sue piaghe noi siamo guariti

  • Cristo è morto per i nostri peccati
    secondo le Scritture. R.
  • È andato a portare l’annuncio
    agli spiriti che attendevano negli inferi. R.
  • Quante volte restiamo imprigionati nella rassegnazione e nella pigrizia
    ma tu, Gesù, sei il Signore della vita. R.

Mamma: Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù.
Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.

Figli: R.: Dice Gesù: «Nessuno mi toglie la vita
ma io la depongo da me stesso
».

  • Non abbandonerai la mia vita negli inferi
    non lascerai vedere al tuo santo la corruzione R.
  • Mi farai conoscere il sentiero della vita
    pienezza di gioia davanti al tuo volto, dolcezza senza fine alla tua destra. R.
  • Quante volte crediamo che la morte sia l’ultima parola
    ma tu, Gesù, sei la resurrezione e la vita. R.
(Dopo un breve momento di silenzio)

Papà: Dio nostro Padre,
ascoltando il racconto dell’evangelista Matteo,
abbiamo contemplato Gesù tuo Figlio che ha dato la vita per noi.
È lui la nostra speranza e la nostra salvezza:
dall’alto della croce ha steso le braccia su tutto l’universo
per ricondurre tutto e tutti a te, o Padre.
In quest’ora, noi vogliamo affidare al tuo amore immenso e misericordioso
la tua Chiesa universale,
coloro che la presiedono e coloro che si preparano a ricevere il battesimo,
l’umanità intera,
ogni uomo e donna che vive accogliendo o non accogliendo il dono della fede,
tutti coloro che nel mondo hanno responsabilità di governo, di guida e di cura,
e soprattutto le persone che sono nella sofferenza e nella tribolazione,
e i nostri fratelli e le nostre sorelle che hanno già varcato il limite della morte:
il tuo Spirito, effuso da Gesù sulla croce,
porti a compimento in ogni creatura il tuo disegno di salvezza
e tutti conduca alla pienezza della vita e della comunione con te,
che sei il Padre di tutti, benedetto ora e nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen.

Papà: Ci benedica il Signore, Dio fedele,
lui che è Padre, e Figlio e Spirito santo.

Tutti: Amen!

GIOVEDI’ SANTO (Apri la versione PDF)

La famiglia si riunisce intorno alla tavola.
Su una sedia intorno al tavolo si può mettere un catino con dell’acqua e un grembiule.
Sopra al tavolo, un pane e una caraffa con un po’ di vino.

Mamma: Nella sera di questo giorno, il Signore Gesù si è manifestato come Servo di Dio e ha lavato i piedi a suoi discepoli. Nella sera di questo giorno, il Signore Gesù ha lasciato nell’eucarestia il memoriale della nuova alleanza nella sua vita donata per noi. Nella sera di questo giorno, il Signore Gesù ci ha lasciato il suo comandamento nuovo affinché viviamo come suoi discepoli.

Papà: Siamo riuniti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per ascoltare la testimonianza degli apostoli. Essi ci hanno trasmesso ciò che hanno ricevuto dal Signore, ciò che hanno udito e visto, ciò che hanno contemplato e che le loro mani hanno toccato: la vita e l’amore di Dio pienamente manifestati e donati a noi in Gesù di Nazareth.

Tutti:  Dio nostro Padre,
che nel tuo Figlio Gesù hai compiuto l’alleanza nuova e definitiva,
manda su di noi il tuo Santo Spirito,
perché possiamo accogliere, vivere e comprendere il mistero del tuo amore
rivelato a noi in Cristo, nostro unico Signore. Amen.

Mamma: Ascoltiamo il racconto dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli,
come scrive l’evangelista Matteo al capitolo 26.

Papà: Il primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:
«Dove vuoi che ti prepariamo la Pasqua?»

Figli: Perché festeggiavano la Pasqua?

Mamma: Per ricordare la notte in cui Dio liberò i figli di Israele dalla schiavitù dell’Egitto:
in quella notte essi mangiarono l’agnello, ma non ci fu il tempo di far lievitare il pane.
Per ordine di Dio partirono, furono liberati e Dio fu con loro per tutto il cammino.

Papà: Gesù disse ai discepoli: «Andate in città dal tale e ditegli:
"Il Maestro dice: 'Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te, con i miei discepoli'"».
E i discepoli fecero come Gesù aveva loro ordinato e prepararono la Pasqua.

Figli: E dov’è l’agnello pasquale?

Mamma: Per noi, è Gesù il vero Agnello della Pasqua:
lui ha dato la sua vita per noi, per rivelarci fino a che punto Dio ci ama,
per liberarci dall’egoismo ed essere con noi per tutto il nostro cammino.

Papà: Mentre mangiavano, Gesù prese del pane
e, dopo aver detto la benedizione,
lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo:
«Prendete, mangiate, questo è il mio corpo».

Figli: Perché Gesù ha spezzato il pane e lo ha dato ai discepoli?

Mamma: Quel pezzo di pane è il segno della vita intera di Gesù,
che lui ha condiviso e donato ai discepoli, a tutti noi.

Papà: Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo:
«Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza,
il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati.
Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna,
fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».

Figli: Perché quelle parole sul vino?

Mamma: Gesù sapeva che sarebbe stato ucciso e il suo sangue sparso.
Gli uomini non hanno capito
che lui è venuto a realizzare l’alleanza nuova e definitiva di Dio
e a portare il suo perdono.
Gesù è venuto per donarci la vita in abbondanza e la gioia piena in lui:
è Lui il vino nuovo per la festa della vita.

Tutti: Tu, Gesù, sei l’Agnello della Pasqua.
Tu, Gesù, sei il Pane del cammino,
Tu, Gesù, come Servo doni la vita,
Tu sei il Signore, sei il Salvatore.

Papà: L’evangelista Giovanni, al capitolo 13 narra l’ultima cena di Gesù coi suoi discepoli e ci racconta un gesto che racchiude il significato di tutta la vita di Cristo: Gesù si mise il grembiule e lavò i piedi ai suoi discepoli. Quale stupore! Gesù che è il Maestro, il Signore, il Rabbi si è fatto l’ultimo dei servitori. Ascoltiamo alcuni passaggi di questo racconto.

Mamma: Prima della festa di Pasqua, Gesù,
sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre,
avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Figli: Gesù, tu vieni a noi come servo

tu ci ami fino alla fine.

Mamma: Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani
e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
si alzò da tavola, depose le vesti,
prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell’acqua nel catino
e cominciò a lavare i piedi dei discepoli
e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Figli: Gesù, tu vieni a noi come servo

tu non disprezzi i nostri piedi sporchi.

Mamma: Venne dunque da Simon Pietro
e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo».

Figli: Gesù, tu vieni a noi come servo

tu lavi i piedi anche a me?

Mamma: Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti,
sedette di nuovo e disse loro:
«Capite quello che ho fatto per voi?»

Figli:Gesù, tu vieni a noi come servo

noi non capiamo quello che tu hai fatto per noi.

Mamma: E disse: «Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi,
anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.
Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Figli: Gesù, tu vieni a noi come servo

tu ci hai dato l’esempio
perché come hai fatto tu, facciamo anche noi.

Tutti: Tu, Gesù, sei l’Agnello della Pasqua.
Tu, Gesù, sei il Pane del cammino,
Tu, Gesù, come Servo doni la vita,
Tu sei il
Signore, sei il Salvatore.

Segue una breve meditazione che, se opportuno, si può leggere durante una pausa di silenzio

Questa è la sera dei grandi Memoriali. Sono gesti umanissimi: mangiare l’agnello, spezzare il pane, lavare i piedi. Ma per noi questo non è un ripetere dei gesti che semplicemente ci ricordano eventi passati; è per noi il modo di sentirci contemporanei di questi eventi, “attori” di questi eventi. Questo significa celebrare il memoriale.

Noi siamo un popolo in Esodo: dall’Egitto, simbolo di morte e di schiavitù, verso la Terra che attendiamo per promessa. Cristo ci permette di fare questo Esodo, questa Pasqua: Lui è l’Agnello, pane spezzato, calice versato, in ginocchio davanti a me per lavarmi i piedi.  Questa sera noi anticipiamo quanto celebreremo nel resto di questi tre giorni: perché la vera Pasqua, il vero Esodo, la vera Vita sta proprio qui: farsi pane spezzato, lavare i piedi.

(don Nando Bonati)

In base alle persone presenti, si valuterà se leggere insieme o individualmente
la preghiera di contemplazione
e/o le invocazioni di seguito indicate.

  • contemplazione

Papà o mamma: Ringraziamo il Signore che ci ha donato la sua parola
e rispondiamo a Lui con la preghiera.

Spirito Santo, conduci anche noi, in quest’ora, nel Cenacolo
dove Gesù celebra la sua Ultima Cena con i suoi discepoli.

Questa è la sera dei grandi memoriali: il pane spezzato, il calice della benedizione,
i piedi lavati e Tu, Gesù Signore e Maestro, che ci raccomandi:

Ogni volta che farete questo, fatelo in memoria di me.

È anche la sera dei grandi tradimenti: Giuda, Pietro, tutti che fuggono…
Ma questo per te non è un buon motivo per fermarti:
come avrebbero potuto capire quello che stavi facendo?!

Questo è per noi il primo dei Tre Giorni della Pasqua;
in questi memoriali che ci lasci in questa sera, Tu hai voluto riassumere la tua vita
e anticipare il valore della tua morte che di lì a poco avresti attraversato.

Noi ci sentiamo ancora come i discepoli, per questo mentre rendiamo grazie
la nostra preghiera si fa supplica: La luce della Pasqua per noi è troppo sfolgorante…

Non abbandonarci, Signore, nelle nostre notti.

  • invocazioni

Papà o mamma: Preghiamo ancora il Signore:

Rit. Tu sei Pane del cammino, Tu Agnello della Pasqua,
Come Servo doni la vita, Tu Signore e Salvator.

«Prendete e mangiate»:
Un solo pane, Signore, ci hai donato per la nostra fame,
un solo vino, Signore, ci hai donato per la nostra festa,
Tu continui oggi a lavare i miei piedi,
continui ad amare ognuno di noi fino alla fine.  Rit.

«Quello che ho fatto io fatelo anche voi»:
che cosa ci inviti a fare, Signore?
Il pane spezzato? I piedi lavati? La vita offerta?
Illuminaci perché, guardando a Te,
ti seguiamo come discepoli fino al tuo ritorno.  Rit.

  • Padre nostro

Papà o mamma: Preghiamo insieme con le parole che Gesù ci ha insegnato: Padre nostro…

  • Conclusione

Papà: Signore del mondo
tutto tu hai messo nelle mani di tuo Figlio Gesù
ed egli ha compiuto la tua volontà
deponendo la vita per coloro che gli hai affidato:
nel mistero della sua Pasqua
fa’ passare gli uomini dalle tenebre alla luce,
dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita
perché tu ci ami nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen.

Papà: Il Signore ci benedica, lui che è Padre, e Figlio e Spirito santo.

Tutti: Amen!

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LUNEDI’ SANTO

Questo breve momento di preghiera si può svolgere intorno alla tavola prima del pasto,
oppure nell’angolo bello della casa preparato per la preghiera in famiglia.

Papà: Siamo entrati nella Settimana Santa. Seguendo il racconto dell’evangelista Matteo, ripercorriamo ciò che Gesù ha compiuto quando è arrivato a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. Oggi leggiamo dell’ingresso di Gesù nel tempio, quando ha compiuto un gesto profetico e, ricordando le parole del profeta Isaia, ha annunciato che il tempio doveva essere una casa di preghiera.

Mamma: Siamo riuniti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Preghiamo insieme con le parole del profeta Isaia.

Papà: Dice il Signore: la mia salvezza è vicina e viene
la mia misericordia sta per rivelarsi.

Ha fatto del fango
mi ha spalmato gli occhi
mi ha detto: Va’ a lavarti
Sono andato, mi sono lavato, ora vedo

GESU’ e UN UOMO NATO CIECO (Apri la versione PDF)

AMBIENTAZIONE

La Celebrazione si svolgerà in tre luoghi diversi:

  • Al pozzo: questa sera il pozzo è colmo d’acqua, come la piscina di Siloe.
  • Fonte battesimale: ciascuno lo attraverserà – memoria del proprio Battesimo – dopo essersi lavato al pozzo/fonte.
  • L’Aula grande: come ogni domenica luogo di ascolto, di preghiera comunitaria, di silenzio

Giovanni 9, 1-41

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: «Va' a Sìloe e làvati!». Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».
13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!»
18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».
24Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane».

PER ENTRARE NELLA PAROLA

Premesse
  1. L’episodio vuole dimostrare il contrasto tra fede e incredulità, l’accoglienza di Gesù e il suo rifiuto, l’aprirsi alla luce e il rimanere ciechi. Il racconto si svolge come un interrogatorio processuale.
  1. Giovanni segue il “Metodo narrativo”: vuole parlarti del cammino di un non-credente verso la fede; cammino che si concretizza nella richiesta del Battesimo. Alcune parole risultano chiave: cecità (=non fede); saliva (= respiro/soffio liquefatto); piscina di Silone (=fonte battesimale).
  1. Il racconto sintetizza così il cammino verso la fede: non so; è un profeta; è Cristo; è il Signore…

Vv:9, 1-2: la domanda: i discepoli si fanno portatori di una mentalità comune al tempo di Gesù.

- Chi ha peccato?
- Da dove viene il male?
- Forse io sono cieco e non lo so?!

PRIMA PARTE: Gesù e il cieco

vv.9, 3-5: Gesù condanna questa mentalità. La “malattia” non è una disgrazia conseguenza di un peccato, ma un’occasione in cui si manifestano le opere di Dio, ti fa conoscere qualcos’altro. Quel “cieco” arriverà a scoprire qual è la vera luce.

vv.9, 6-7: gesto strano e insolito, come pure il mandarlo a lavarsi alla piscina di Siloe. Spesso l’uomo vive questa esperienza: quello che Dio propone all’uomo è lontano dalle sue reali attese e speranze. E comunque chiaro il riferimento al Battesimo.

DIBATTITO – PROCESSO

vv.9, 8 ss : Un dato di fatto: prima non vedevo; ho ascoltato e sono andato a lavarmi; ora vedo. La reazione dei farisei è violenta, sono di fronte ad una situazione imbarazzante: quello che prima era cieco adesso vede, quindi chi gli ha fatto il fango e lo ha mandato a lavarsi non può non venire da Dio. Però è sabato e quindi è un peccatore perché ha trasgredito la Legge. Pur di non ammettere l’evidenza, sono disposti a tutto!

Assistiamo ad un crescendo:

vv. 9,18: prima negano il fatto
vv.30-33: poi negano l’interpretazione del fatto compiuta dell’ex-cieco.
vv.9, 34: infine zittiscono la voce (i genitori) che documenta il fatto.

IL CIECO

E’ il Testimone del Maestro: pure lui è coinvolto nello stesso rifiuto. E’ questo il cammino del battezzato, del vero discepolo. Questo è il nostro cammino umano-spirituale:

  • Riconoscere di non conoscere
  • Essere disposti all’ascolto
  • Ragionare a partire da quanto ci sta accadendo
  • Riconoscere Gesù UOMO (v. 9,11)
  • Riconoscere Gesù PROFETA (v.9, 17): cioè portatore di una parola autorevole
  • Riconoscere Gesù come CRISTO (v. 22.33): un inviato da Dio
  • Riconoscere Gesù come SIGNORE (v. 9, 38).

Mentre il cieco tre volte dichiara di non sapere (v. 9,12.25. 36) i farisei tre volte dichiarano di sapere (v. 9, 16.24.29)

UNA DRAMMATIZZAZIONE PER LA FEDE

Giovanni ci propone un racconto simbolico (un midràsh): la sua chiesa si guarda dentro e scopre in sé un grande peccato: è troppo sicura della propria fede. Mentre tratteggia il cammino del battezzato con tutto quanto comporta di difficoltà per l’ambiente che lo circonda, nello stesso tempo ci ricorda quanto è facile passare dall’essere ciechi al sentirsi farisei!!!

Il racconto parla a noi, comunità di battezzati, molto convinti del nostro “Credo” e in nessun modo disposti a cambiarlo per una maggiore fedeltà a Dio e al suo Cristo.

Il grande segno compiuto da Gesù è la sua vita: la sua vita è Luce che può illuminare – se lo vogliamo – la nostra vita. Qui sta il vero problema dell’uomo: la Verità è rifiutata per la sua chiarezza, non per la sua oscurità. Il peccato che rimane in noi, nella Chiesa, è il rifiuto di seguire Cristo in nome di un “nostro” di.

CELEBRAZIONE

  1. Quando l’Assemblea è riunita, dopo un brevissimo saluto con la raccomandazione di rimanere in assoluto silenzio, si invita l’Assemblea a seguire i gesti che alcuni fanno.
    - Si attraversa l’uscita di sicurezza
    - Si va al pozzo e ci si lava gli occhi
Preghiera al pozzo

Padre, Fonte perenne della Luce riflessa nel Figlio Gesù,
Alziamo i nostri occhi in Te
per invocare su di noi il tuo Spirito,
Respiro di Vita che regge l’universo.
Dono a noi fin dal primo giorno.
Nel tuo Nome, nel suo e nel Nome del Figlio,
siamo stati immersi nelle acque pasquali del Battesimo.
Siamo venuti al pozzo, come la Samaritana;
ci siamo lavati gli occhi, come il cieco
che Gesù ha inviato a Siloe.
Tu ben conosci la fatica del nostro camminare,
spesso ci sentiamo stanchi, il nostro respiro si fa corto.
Padre, non togliere da noi il tuo Respiro,
ultimo dono a noi dal Figlio sulla Croce,
nella pienezza della Luce Pasquale.

  1. Ci si avvia all’ingresso della chiesa
    - Mentre si entra in chiesa viene proclamato tutto il racconto.
    - Si passa attraverso il fonte battesimale
    - Ci si siede al proprio posto con l’invito di leggere la prima parte del fascicolo (per entrare nella Parola).
MEDITAZIONE COMUNITARIA
  1. Dialogo Farisei – Assemblea

Lettore: Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 

Assemblea:    Quell’uomo detto Gesù ha fatto del fango;
                        mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto:
                        Va’ a Siloe e lavati.
                        Io sono andato, mi sono lavato e ora vedo.

Lettore: Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista.

Assemblea:    Quell’uomo detto Gesù ha fatto del fango;
                        mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto:
                        Va’ a Siloe e lavati.
                        Io sono andato, mi sono lavato e ora vedo.

Lettore: Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 

 Assemblea:    Quell’uomo detto Gesù ha fatto del fango;
                        mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto:
                        Va’ a Siloe e lavati.
                        Io sono andato, mi sono lavato e ora vedo.

Lettore: Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane».

Assemblea:    Quell’uomo detto Gesù ha fatto del fango;
                        mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto:
                        Va’ a Siloe e lavati.
                        Io sono andato, mi sono lavato e ora vedo.

[Silenzio]

  1. Preghiere di contemplazione

Io sono la luce del mondo (Gv 9,)

ci ripeti in questa sera.
E la tua, Gesù di Nazareth,
è trasparenza di quella di Dio,
nostra Padre.

La tua luce è l’assoluta fedeltà al Padre
che ti rende sua luce tra gli uomini.

E questo, ancora in questa sera, ci colpisce:
Tu, pienamente uomo,
inserito nel mondo degli uomini…
Questa tua umanità ti permette di superare
quell’immensa distanza
- per noi così faticosa da sopportare -
Tra noi e il Mistero di Dio…
Anche se lo chiamiamo Padre!

Perché, mio Signore e Maestro,
così spesso la tua luce,
quella che rende visibile l’Invisibile,
incontra il nostro rifiuto?!

La tua Parola è consolazione

Ancora in quest’ora, Signore,
la tua Parola è consolazione per noi,
perché ci rivela chi siamo,
cosa abita nelle profondità del nostro cuore
ci libera dal rischio di non capire
il senso del nostro essere viandanti su questa terra.

Certo, la tua Parola sa essere dura.
Perché il nostro cuore è duro, ostinato,
avvertiamo che in noi la tua luce
fatica a vincere la tenebra che ci abita.

Sappiamo già cosa per noi è importante…
noi crediamo di sapere…
crediamo di credere…
Per questo la tua Parola
la sentiamo rivolta ai farisei, non a noi!
Ascolto ancora:

Perché dite noi vediamo,
il vostro peccato rimane…
(Gv 9, )

Eppure, Signore,
questa è la nostra consolazione:
Tu ci parli per invitarci a camminare nella Luce,
non per condannarci:

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo
per giudicare il mondo,
ma perché il mondo si salvi,
per mezzo di Lui.
(Gv 3,).