NON HO TEMPO.... (Apri la versione PDF)
«Il tempo passa...Ho perso tempo...Non ho più tempo...Il tempo è denaro...». Siamo stressati dal tempo. Anche noi preti. E tutte le nostre relazioni ne soffrono. Oggi in particolare si sono create esigenze lavorative che hanno cancellato in pochi anni i diritti che i nostri padri avevano conquistato con lotte sociali: 8 ore per lavorare, 8 ore per riposare, 8 ore per vivere. La nostra vita familiare, sociale, comunitaria ormai è uno struscio senza volti e senza parole. Intimità violate nella grande piazza anonima dei supermercati aperti 24 h. Giochiamo una partita senza timeout o break. Si rischia così un deficit educativo nelle famiglie per tutto lo sciame dei nostri ragazzini e adolescenti vulnerabili e un deficit affettivo per tutte le coppie impossibilitate a dedicarsi reciprocamente. Oggi vince il mercato, la globalizzazione, la crisi. E nessuna organizzazione politica o sindacale alza la voce per una obiezione di coscienza collettiva. Perché, da soli, restiamo schiavi perduti del tempo.
CUSTODIRE E COLTIVARE TEMPI PER IL “GRATIS”
Nel Libro del Qoelet, la Bibbia ritma così il nostro tempo:
Per ogni cosa c’è il suo tempo:
un tempo per piantare e un tempo per sradicare
un tempo per gemere e un tempo per ballare
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini:
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo,
ma ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore.
Il settimo giorno è per i cristiani il «giorno del Signore» perché celebra il Risorto presente nella comunità cristiana, nella famiglia e nella vita personale. È la Pasqua settimanale. Per capire la singolarità della domenica cristiana è necessario riferirsi al senso del comandamento ebraico del sabato. Il popolo di Dio deve dedicare un tempo riservato a Dio e all’uomo. Nell’antico testamento c’è un forte intreccio tra il settimo giorno della creazione e la legge di santificare il sabato. Il culto e la festa danno un senso anche al tempo umano. Il settimo giorno custodisce il tempo dell’uomo, il suo spazio di gratuità e relazione. È quanto mai opportuno che le famiglie riscoprano la festa come luogo della prossimità reciproca e dell’incontro con Dio. Anche i gesti della fede nel giorno di domenica e nei “tempi forti” dell’anno (Avvento, Quaresima) dovrebbero segnare la vita della famiglia, dentro la casa e nella partecipazione alla vita della comunità. Un ebreo ha scritto: “Non è tanto Israele che ha custodito il sabato, ma è il sabato che ha custodito Israele”. Così anche la domenica cristiana custodisce la famiglia perché rinnova le relazioni familiari e apre all’incontro con il mistero di Dio. In casa e nella comunità cristiana, la famiglia sperimenta la gioia di trasformare la vita di tutti giorni in liturgia vivente. La famiglia chiamata a riposare nel Signore sa riorientare la dispersione dei giorni verso il giorno della gratitudine.
Un discepolo cercò il rabbino Nahman di Braslaw e gli disse: "Non continuerò i miei studi dei Testi Sacri. Abito in una piccola casa con i miei fratelli e i genitori, e non trovo mai le condizioni ideali per concentrarmi su ciò che è importante". Nahman indicò il sole e chiese al suo discepolo di mettersi la mano davanti al viso, in modo da occultarlo. Il discepolo lo fece. Il rabbi allora gli disse: "La tua mano è piccola, eppure riesce a coprire completamente la luce e la maestosità dell’immenso sole. Così la tua mediocrità ha il potere di darti la scusa per non proseguire nella tua ricerca spirituale. Non incolpare gli altri per la tua pigrizia".
UN TEMPO QUARESIMALE.
La Quaresima è un cammino verso il “tempo forte” del Triduo Pasquale.
La prova nel tempo del quotidiano. Gesù e, dopo di Lui, ogni uomo e quindi anche il discepolo, nel dubbio-prova: «Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». (Prima domenica)
Lo stupore nel tempo dell’intimità. Gesù, tuttavia, lascia intravedere dei lampi di bellezza (noi parleremo di Trasfigurazione). (Seconda Domenica).
La ricerca nei tempi delle grandi domande. Noi saremo in quella samaritana al pozzo: finalmente in sosta per chiederci “chi sono io?” e soprattutto “chi sei Tu, Gesù di Nazaret, che pretendi di dare un senso alla mia sete?”. (Terza Domenica).
La fatica in tempi di fede liquida. Il cieco nato pian piano scopre che Gesù ha una parola diversa da tutti gli altri: «Io credo, Signore!». E gli si inginocchiò davanti. Ma che fatica! (Quarta Domenica).
La speranza nei tempi delle nostre illusioni infrante. Come Lazzaro sepolto, così le nostre vite spandono odore di corruzione, in attesa di una Parola: “Vieni fuori!”. E come le sorelle Marta e Maria siamo chiamati a fidarci che quell’Uomo è proprio il Dio-con-noi. (Quinta domenica).
E’ importante che diamo concretezza ai nostri desideri, alle nostre buon intenzioni. Offriamo alcune proposte:
- Per i gruppi di ascolto della Parola: fissarsi qualche momento nella giornata per riascoltare il testo studiato.
- Per le famiglie dei ragazzi dell’iniziazione cristiana: cercare un momento per pregare insieme con una delle preghiere consegnate.
- Per tutta l’assemblea domenicale: portare con sé il foglietto della liturgia per un momento di preghiera in famiglia.
- Per i ragazzi, gli adolescenti, i giovani: impegno a celebrare con fedeltà e impegno l’Eucarestia domenicale.
- Un segno in un angolo delle nostre case, (specialmente dove ci sono bambini e ragazzi, ma non solo):
- Bibbia aperta - Mt 4, 1-11 Gesù nella prova
- Bibbia aperta con un fiore - Mt 17, 1-9 Gesù trasfigurato
- Bibbia e una ciotola d’acqua - Gv 4, 5-42 Gesù Acqua
- Bibbia e un cero - Gv 9, 1-41 Gesù Luce
- Bibbia e piantina (o seme) - Gv 11, 1-45 Gesù Vita
Ciascuno di noi può scegliere modi propri per attraversare questo tempo prezioso.
AVVISI
Per tutta l’Unità Pastorale LUNEDI 3 APRILE, dalle ore 21:00 alle 22:00 al Buon Pastore: VEGLIA SULLA PAROLA E RICONCILIAZIONE.
QUARESIMA DI CONDIVISIONE Il Gruppo Caritas destinerà a famiglie in accertata e grave necessità la condivisione di denaro e alimenti. Anche i ragazzi sono invitati a destinare qualche piccolo loro risparmio per i poveri aderendo alla nuova Associazione P.I.P. (Per I Poveri) nata dalla fantasia generosa di F. di 9 anni. Ai vari gruppi di catechesi daremo istruzioni.
A tutti un saluto cordiale e gli auguri di ogni bene.
d. Nando e d. Augusto