Veglia di condivisione - Avvento 2017
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe allora, suo marito, essendo giusto e non volendo fare di lei pubblico spettacolo, decise nascostamente di rimandarla. Mentre però stava pensando queste cose, apparve in sogno un angelo del Signore a lui dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non avere paura di prendere Maria la moglie tua; infatti il generato in lei è di Spirito Santo. Partorirà poi un figlio e chiamerai il suo nome Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai loro peccati».
Ora tutto questo avvenne perché si compisse la cosa detta dal Signore per mezzo del profeta che dice:
Ecco, la giovane donna concepirà e darà alla luce un figlio:
e chiameranno il nome di lui Emmanuele, che è tradotto Con-noi-Dio. Alzatosi allora Giuseppe dal sonno, fece come ordinò a lui l'angelo del Signore e prese sua moglie; e non conobbe lei, finché non partorì un figlio e chiamò il suo nome Gesù. [Mt 1, 18.25]
Quando l’Ebreo vuole esprimere un “incontro”, un’esperienza di fede profonda ma misteriosa nel senso che non ha parole in grado di esprimere fino in fondo questo “incontro”, ricorre al “sogno”. Il sogno viene raccontato con un midrash1che noi dobbiamo cercare di capire. Matteo, il più ebreo degli evangelisti – e solo lui – lo utilizza due volte nei racconti di questo tempo liturgico: Il sogno di Giuseppe, il sogno dei Magi. Scrutiamo il sogno di Giuseppe.
Giuseppe è definito “giusto”, cioè obbediente alla Legge del Signore. Però, nel concreto, secondo la Legge avrebbe dovuto denunciare Maria perché fosse lapidata. Però… apparve in sogno un angelo… Giuseppe figlio di Davide non temere… Alzatosi allora Giuseppe dal sonno, prese sua moglie… Come dire: io non so come spiegarmi: Giuseppe è giusto anche se non osserva la Legge; anzi, è giusto proprio perché non osserva la Legge. E’ un “sogno”, non cercare spiegazioni!!!
Anche i Magi vivono un’esperienza di questo tipo: Avvertiti in sogno…per un’altra strada…
Questo è quanto preme dire a Matteo: il “sogno” io non sono in grado di spiegarlo, però se tu “sogni” veramente chi ti è vicino lo vede, se ne accorge, lo capisce dal “come” tu vivi dopo quel “sogno”. I magi, dopo quel “sogno”, ritornano alla propria terra, ma “per altra strada”. Non seguono più la “stella”, cioè non camminano più secondo la propria religione. Dopo il “sogno” cambiano modo di camminare2.
Al centro del “sogno”, c’è un Bambino. Per Luca quel Bambino è il Salvatore; per Matteo è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, il Re-dei-Giudei. In altre parole, il centro del “sogno” è un Uomo, Gesù di Nazareth, il Dio-fatto-carne, il Volto-visibile dell’Invisibile, ineffabile Dio. Chi ha parole adatte a spiegare?!
[B] I NOSTRI SOGNI
Anche noi viviamo incontri con il Dio-con-noi molto difficili da spiegare; ne è prova il fatto che ne abbiamo dato tante letture diverse. Anche noi li possiamo chiamare “sogno”. In particolare due:
BATTESIMO: davanti al Fonte Battesimale
Cos’è il Battesimo? Solo la Parola, come per Giuseppe e i Magi, può svelarci qualcosina. E mentre osservo il Fonte ascolto:
Quanti siamo stati immersi (=battezzati) in Cristo Gesù, siamo stati immersi nella sua morte. Per mezzo di questa immersione siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato da morte per mezzo della gloria del Padre, così possiamo camminare anche noi in una vita nuova. Infatti, se siamo stai immersi e quindi intimamente uniti a lui nella sua morte, lo saremo anche nella sua risurrezione. Il nostro uomo vecchio è morto con lui e noi camminiamo in una vita nuova, la sua (Rm 6,3ss).
EUCARESTIA: davanti alla Mensa della Comunità
Osserviamo la Tavola: Dio Pane spezzato, Calice Donato e versato, vita donata nella Carne di Gesù di Nazareth, il Dio-con-noi. Chi può comprendere? E’ un “sogno” a cui il Dio-con-noi è venuto ad invitarci.
… prese il Pane, lo spezzò,
lo diede ai suoi discepoli e disse:
Prendete e mangiate,
questo è il mio corpo che è dato per voi.
Questo è il mio sangue dell’Alleanza,
versato per voi…
(Tutti i Sinottici)
Giuseppe, i Magi, non ci raccontano il sogno; ci riferiscono una parola a loro annunciata in sogno; dal come si comportano comprendiamo il senso di quel “sogno”, cioè di quella Parola annunciata. Ascoltiamo anche noi, ogni Ottavo Giorno, quella Parola: è il nostro “sogno” settimanale.
[C] MI CHIEDO
Quando si sogna non si è coscienti; è al risveglio che io posso prendere coscienza del sogno fatto. Quando mi sono svegliato dal “sogno” fatto nel Battesimo?
Vivo l’Eucarestia come un “sogno” e, al risveglio, tutta la mia vita diventa Eucarestia, cioè Pane-spezzato in ringraziamento?
C’è un momento in cui ho fatto un “sogno” che non ho capito subito, ma dopo, illuminato dalla Parola, sono riuscito a coglierlo un po’?
[D] TRE GESTI
1) INSIEME CELEBRIAMO IL PERDONO
TUTTI: Siamo Tuoi figli e Tue figlie, Dio nostro Padre,
già immersi nella morte e risurrezione,
di Gesù di Nazareth, il Figlio che Tu ci hai donato,
il Salvatore, il Re-dei-Giudei, il Tuo Volto visibile da noi.
Domenica ci siamo seduti alla stessa Mensa.
Ora siamo ancora davanti a Te e Ti supplichiamo:
Guardaci con magnanimità,
e sii misericordioso con noi in questa sera.
Davanti a Te e davanti a questi Fratelli e Sorelle
confessiamo le nostre sordità,
le nostre infedeltà alla Tua Parola,
le nostre lontananze,
i nostri troppo lenti risvegli,
dai sogni che Tu sogni con noi.
PRESBITERO: Dio nostro Padre,
guarda tutti noi, Tuoi Figli raccolti davanti a Te:
donaci di vedere con chiarezza i nostri limiti,
i nostri sbagli, le nostre lontananze,
da Te e tra di noi.
La nostra pace è in Te
perché Tu sei nostro Padre,
misericordioso come una Madre.
Questa è la supplica che rivolgiamo a Te in questa sera,
uniti al Figlio che Tu ci hai donato
e allo Spirito Santo che dal giorno dell’Immersione,
sempre sorregge e guida il nostro incerto sognare.
TUTTI: AMEN!
2) CELEBRAZIONE PERSONALE DEL PERDONO
[essenziale]
3) SPEZZO UN PO’ DEL MIO PANE
[Chi desidera, mette la propria offerta nell’apposito contenitore per chi è in difficoltà]
[E]ORA DIO E’ MUTO: HA GIA’ DETTO TUTTO
(Intensa meditazione personale)
Il motivo principale per cui, nell'Antico Testamento, era lecito interrogare Dio ed era giusto che i sacerdoti e i profeti desiderassero visioni e rivelazioni divine, è che la fede non era ancora fondata e in quanto Gesù Cristo non era ancora nato. Era quindi necessario che si interrogasse Dio e che Dio rispondesse con parole o con visioni e rivelazioni, con figure e simboli o con altri mezzi d'espressione. Egli infatti rispondeva, parlava o rivelava misteri della nostra fede, o verità che ad essa si riferivano o ad essa conducevano. Ma ora che la fede è basata in Cristo e la Buona Notizia Evangelica è stabilita in quest'era di grazia, non è più necessario consultare Dio, né che egli parli o risponda come allora. Infatti donandoci il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare.
Questo è il senso genuino del testo in cui un discepolo di san Paolo dice: «Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1). Con queste parole l'Apostolo vuol far capire che Dio è diventato in un certo senso muto, non avendo più nulla da dire, perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei profeti, l'ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo.
Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch'è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in lui solo e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri: in lui ti ho detto e rivelato tutto. Ascoltatelo, perché ormai non ho più argomenti di fede da rivelare, né verità da manifestare. Se prima ho parlato, era unicamente per promettere il Cristo e se gli uomini mi hanno interrogato, era solo nella ricerca e nell'attesa di lui, nel quale avrebbero trovato ogni bene, come ora attesta tutto l'insegnamento degli evangelisti e degli apostoli.
Dal trattato «Salita al monte Carmelo» di san Giovanni della Croce, sacerdote
[F] CANTI per pregare insieme
[1] Apri il nostro cuore, Signore, all’ascolto della tua Parola.
Apri il nostro cuore, Signore, all’ascolto della tua Parola.
[2] Inno (sulla musica di Avanza il vessillo regale)
Risplenda nel buio del mondo
la stella che annuncia il mistero
l’amore ci guida in silenzio
all’unica fonte di luce.
La fede ci chiama all’incontro
e in Lui sono già i nostri cuori
il Padre fedele al suo Nome
a noi mostra il volto dell’Uomo.
Tendiamo l’orecchio all’ascolto
apriamo gli occhi all’Avvento
beato chi veglia in attesa
quel servo cui l’olio non manca.
A te o Signore del mondo
che solo conosci quel giorno
chiediamo che al nostro tramonto
viviamo con Cristo per sempre.
[3] Tu sei vivo fuoco
Tu sei voce amica che mi parli a sera,
del mio giorno sei conforto.
Ecco già risuona d’allegrezza eterna
questo giorno che ammutisce.
Se con te, come vuoi, cerco la Parola sogno
sono nella pace.
Tu sei fresca nube che ristori a sera,
del mio giorno sei rugiada.
Ecco, già rinasce di freschezza eterna
questo giorno che sfiorisce.
Se con te, come vuoi, cerco la sorgente, battesimo
sono nella pace.
Tu sei grano buono che, spezzato a sera,
del mio giorno sei il pane.
Ecco, già rinasce in alleanza eterna
questo giorno che svanisce.
Se con te, come vuoi, condivido il pane, eucaristia
sono nella pace.
[4] Salmi (della notte) con ritornello
Rit: Nella notte, o Dio, noi veglieremo.
Sal 1, 1-2.6
Beato l'uomo che non segue il consiglio dei malvagi,
che non si ferma nella via dei peccatori
non siede in compagnia degli arroganti,
ma si compiace nella legge del Signore,
e medita la sua legge giorno e notte. Rit.
Sal 16,5-8
Signore, mia porzione, mio calice
da te dipende la mia sorte
la sorte che mi spetta è deliziosa
la porzione che ricevo è magnifica.
Benedico il Signore che mi consiglia
anche di notte istruisce il mio cuore
dinanzi a me tengo sempre il Signore
con lui alla mia destra non potrò vacillare. Rit.
Sal 17,1-5
Signore, ascolta ciò che è giusto,
sii attento al mio grido;
porgi orecchio alla mia preghiera
le mie labbra non dicono inganno,
dal tuo volto proceda il mio giudizio
i tuoi occhi vedano la rettitudine.
Tu hai scrutato il mio cuore,
l'hai visitato nella notte;
mi hai provato e non hai trovato nulla;
la mia bocca non va oltre il mio pensiero.
Quanto alle opere degli uomini,
io, per ubbidire alla parola delle tue labbra,
mi sono guardato dalle vie del violento.
I miei passi si sono tenuti saldi sui tuoi sentieri,
i miei piedi non hanno vacillato. Rit.
Sal 77,2-13
Verso Dio il mio grido: io chiamo
verso Dio il mio grido: mi ascolti!
nel giorno del male interrogo il Signore
di notte gli tendo le mie mani senza stancarmi
la mia anima rifiuta consolazione.
Mi ricordo di Dio e piango
medito e il mio spirito vien meno
tu sottrai il sonno ai miei occhi
sono turbato e incapace di parlare.
Io penso ai giorni di un tempo
ricordo gli anni lontani
lo stesso pensiero mi ritorna nella notte
il mio cuore medita e il mio spirito si interroga. Rit.
1 significa soprattutto ricercare, scrutare, esaminare, studiare ma anche "racconto", così da intendersi come "strada interiore in evolversi". Quando a Gesù rivolgono una domanda non raramente risponde con un racconto, una parabola, un midrash…
2 Chiaramente, quello che è narrato nel giro di pochi minuti o poche ore, è un evento che riguarda tutta la vita.