Dicembre 2017
UN TEMPO PER VIGILARE (Apri la versione PDF)
Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vigilate!». Mc 13,33-37
Questo, per i cristiani, è TEMPO DI AVVENTO, tempo di vigilanza attiva. Vigilare significa avere quel sonno leggero, pronto ad interrompersi al minimo rumore, quando vi è un segnale di pericolo; è il sonno che è richiesto ai genitori quando un bambino è ammalato: sembrano dormire, ma in realtà sono prontissimi a risvegliarsi al minimo lamento del bimbo. Questa veglia ci darà la forza per attraversare il tempo della prova nella fedeltà, il tempo del dolore nella resistenza e il tempo della gioia nella gratitudine.
Strano e difficile messaggio quello della vigilanza, in un'epoca affannata e dispersiva dominata dal sovraccarico di impegni e dal bisogno di evasione. Lo stress, il senso di 'non farcela' e di non avere più il controllo sulla propria vita, potrebbe essere la spinta a riconsiderare le proprie priorità.
La vigilanza significa saper cogliere il senso delle cose e del tempo, dando anche valore alle attese e alle speranze terrene. Essere vigilanti è dunque il contrario del puro sopravvivere, del vegetare.
Vigilanza significa non addormentarsi nel torpore dell'immediato, del qui e ora, delle cose come appaiono, delle cose da fare imprigionando i nostri interessi e le nostre attese nell'orizzonte troppo ristretto del quotidiano. Le nostre occupazioni per quanto utili e buone, diventano un rischio e una tentazione quando ci chiudono al mistero.
La vigilanza per i cristiani spinge a dilatare le nostre capacità di leggere la storia con la Bibbia nella mano destra e il giornale nella sinistra, fino a farci sfiorare la promessa del regno di Dio, che è già qui fra noi ma non si esaurisce nei nostri giorni di vita.
Questo tempo di Avvento è occupato, intasato dai preparativi per le feste. Se non scadono nell'attivismo frenetico o nel consumismo banale, i “preparativi per le feste” possono diventare un modo attivo e responsabile di andare incontro a Dio che viene.